Information Overload: come emergere in un mondo sommerso dai contenuti

L’Information Overload è un fenomeno tipico dell’epoca attuale ed è legato all’avvento della società di massa e alla diffusione di alcuni media in particolare, a cominciare dalla televisione.
Si è accentuato negli ultimi decenni a seguito dell’introduzione dei moderni canali digitali. È altresì noto come “sovraccarico di informazioni” e in questo articolo analizziamo in cosa consiste e come farci i conti in maniera efficace.
Information Overload: di cosa parliamo
Il sovraccarico informativo è frutto di un’esposizione costante delle persone a una quantità di dati impossibile da elaborare per la mente umana.
Si verifica, quindi, quando sussiste un’informazione in eccesso rispetto alla capacità del singolo utente nel codificarla. A essere sotto stress è anche la predisposizione a riflettere sui contenuti proposti, con una diminuzione della soglia di attenzione.
Alla base dell’Information Overload c’è una caratteristica ben precisa: la difficoltà a organizzare mentalmente dei dati, perché troppi. È dunque sempre attuale un noto proverbio popolare secondo cui “il troppo stroppia”, il quale funge da faro persino nella comunicazione odierna.
Nota storico-sociologica
Uno dei primi ad affrontare l’argomento è stato il guru della comunicazione Marshall McLuhan, il quale ha dichiarato su CBS Radio:
«uno degli effetti del vivere con l’informazione elettronica è vivere in uno stato di sovraccarico informativo. C’è sempre di più di quello che puoi affrontare».
Correva l’anno 1967 e McLuhan aveva una percezione chiara del suo tempo. Cosa poi confermata da altri studiosi che collegano gli inizi dell’Information Overload proprio agli anni Sessanta-Settanta.
L’avvento di internet e dei social network, ma anche lo sviluppo dei moderni smartphone, ha poi dato un’accelerata al fenomeno, abbattendo barriere che oggi rialzare sembra impossibile.
Oggi ci troviamo in una società non solo connessa costantemente, ma soprattutto iperconnessa. Ignorare l’Information Overload appare impossibile: occorre esserne consapevoli e farci i conti.
Le conseguenze più importanti del sovraccarico di informazioni
Il sovraccarico informativo denota conseguenze importanti per l’individuo.
Si tratta, in primo luogo, di quella definita da Richard Saul Wurman - grafico e architetto statunitense - come Information Anxiety o ansia da informazione; correva l’anno 1989.
Consiste in una condizione di stress legata all'impossibilità di carpire, comprendere e utilizzare determinate informazioni necessarie. Per una maggiore chiarezza riportiamo la definizione che ne ha dato lo stesso Wurman:
“il prodotto del sempre più ampio divario tra ciò che capiamo e quello che pensiamo di capire. È il buco nero tra i dati e la conoscenza“.
Studi successivi dimostrano che l’ansia da informazione aumenta quando i compiti per cui tali dati si rivelano necessari appaiono più complessi oppure si ha con essi una minore dimestichezza.
La seconda conseguenza importante dell’Information Overload è rappresentata dall’IFS, ovvero la Sindrome da Affaticamento Informativo.
Individuata nel 1990 a seguito di uno studio commissionato da Reuters a David Lewis, i sintomi che contraddistinguono l’IFS sono soprattutto i seguenti:
- frustrazione;
- confusione;
- irritabilità;
- malumore;
- vuoti di memoria;
- dubbi e ansia;
- mancanza di concentrazione;
- disturbi del sonno.
Pertanto, le ripercussioni sono a 360° e in particolare sul processo di decision making, in quanto il cervello si trova nel panico, lavorando male, agendo d’impulso, senza essersi assicurati le informazioni del caso.
I rischi per le aziende e il concetto di Choice Overload
Non essere consapevoli del sovraccarico di informazioni che interessa la società odierna non ha conseguenze spiacevoli soltanto per le persone ma anche per le aziende.
A doverne tenere conto sono in primo luogo i professionisti che si occupano di comunicazione, i quali si trovano ogni giorno a dover gestire una quantità infinita di stimoli e prodotti di natura pubblicitaria e di contenuti.
Ciò implica che il calo di attenzione tipico dell’Information Overload si ripercuote sul brand: occorre riuscire a emergere in un mondo sommerso di dati, altrimenti gli utenti saranno distratti da altre informazioni, si focalizzeranno su esse.
I consumatori, infatti, si trovano invischiati nella cosiddetta Choice Overload, che altro non è che l’esposizione a una molteplicità esponenziale di possibilità di scelta.
Devono perciò considerare troppe alternative, cosa che demotiva nel prendere una decisione, portando persino ad acquistare meno oppure impiegando più tempo. E non sempre a fare la valutazione più in linea con ciò che si sta cercando, minando la satisfaction.
C’è poi un altro fattore con cui le imprese devono fare i conti: il sovraccarico informativo influisce sul loro stesso processo decisionale.
Essere in possesso di dati è importante, a patto però che siano quelli più pertinenti: la quantità non basta, appare essenziale, nelle fasi di analisi, puntare sulla qualità. Diversamente, è facile procedere con valutazioni errate, orientando il core business verso direzioni non opportune.
Alcune tecniche per convivere con l’Information Overload
Esistono delle dinamiche efficaci non solo per convivere ma per fare in modo di emergere all’interno dell’Information Overload, per quanto riguarda le aziende? La risposta è sì. Vi proponiamo di seguito alcuni spunti di riflessione.
Essere consapevoli del fenomeno
Spesso si tende a sottovalutare la questione dell’Information Overload, pensando che sia soltanto un mito comune: non è così, il problema è reale. La consapevolezza è il primo step per adottare le strategie opportune in termini di comunicazione e di business.
Lavorare sul processo decisionale
Lavorare sui processi è fondamentale, nell’epoca odierna, e permette di conseguire un flusso che porta alla presa di decisioni fluido, senza inciampi, efficace.
Chiarendo e individuando i passaggi da conseguire, ma anche monitorandoli nel tempo, si avrà modo di acquisire i dati davvero rilevanti, utilizzandoli per procedere al meglio nelle proprie valutazioni.
Puntare su contenuti di qualità
La comunicazione digitale contemporanea sta sempre più virando sulla qualità.
Lo ha sdoganato lo stesso Google, come abbiamo avuto modo di vedere a proposito degli ultimi aggiornamenti, inclusi quelli volti a contrastare le pratiche di parasite SEO, che puntano infatti sulla qualità a tutti i costi.
La sfida è quindi non più il semplice pubblicare contenuti, ma fare in modo che si tratti di testi davvero originali, autorevoli e informativi.
Una pratica che dovrebbe essere predisposta su tutti i canali: dai siti e-commerce passando per i social. Pertanto, nei punti vendita, fisici e online, diventa essenziale predisporre su un numero congruo di prodotti altamente selezionati, versatili e scalabili.
Optare per un modo diverso di fare SEO
Padroneggiare SEO rimane imprescindibile per emergere nel vasto mondo della comunicazione.
Negli ultimi anni, però, stiamo assistendo a un’evoluzione considerevole: non basta più fare una ricerca per parole chiave, occorre andare dritti al succo e quindi al topic. Anche questo approccio predilige la qualità.
Implementare l’Intelligenza Artificiale
Una delle capacità distintive dell’Intelligenza Artificiale risiede nella sua attitudine a semplificare.
Ciò si traduce in un miglioramento per quanto riguarda la fase di analisi, dove aiuta a comprendere meglio concetti piuttosto complessi, gestendo imponenti quantità di dati. Le conseguenze sono, dunque, positive persino per il processo decisionale.
Nota finale sull’Information Overload
Tutti ci siamo abituati all’Information Overload, in fondo, chi più chi meno. Ed è forse questa la cosa con cui è maggiormente importante fare i conti, tenendo presente che è la normalità, vale per le aziende come per gli utenti.
Si rivela allora quanto mai attuale adottare un approccio simile a quello di McLuhan, di vision del tempo presente per anticipare le dinamiche future.
La direzione è chiara, per emergere in un mondo dove la concorrenza è spietata, in termini di condivisione dei contenuti (e non solo). Significa puntare sulla semplificazione e la qualità: lo dice anche Google.