Outreach Marketing: cos'è e alcuni esempi di successo

L’Outreach Marketing rappresenta una delle strategie più efficaci per costruire delle relazioni online, in particolare per le piccole e medie imprese, che hanno maggiori difficoltà rispetto alle grandi aziende a emergere, farsi conoscere, entrare nel network di riferimento.
Parliamo infatti di un approccio capace di implementare la visibilità e in grado persino di coadiuvare negli obiettivi inerenti il fatturato, in quanto contribuisce a supportare attivamente nella vendita. In questo articolo analizziamo in cosa consiste e quali sono i vantaggi, proponendo alcuni esempi di successo.
Cos’è l’Outreach Marketing? Una definizione
Quando si parla di Outreach Marketing - o semplicemente Outreach - si fa riferimento a un approccio volto alla sensibilizzazione e al contatto diretto di aziende e utenti. Un tratto, quest’ultimo, di matrice outbound.
L’Outreach, però, non è una soluzione di outbound marketing tout court. La ragione è semplice: alla base c’è un’analisi accurata del target, che nell’outbound è di per sé piuttosto generico. Sotto questo punto di vista è più di tipo inbound.
Parliamo infatti di un approccio consumer-centric, mirato e che presenta una codificazione accurata di ogni passaggio, nell’ottica di catturare l’attenzione dell’utente.
A cosa serve l’Outreach?
L’Outreach Marketing serve in primo luogo a generare traffico e a creare contatti, e dunque lead da inserire nel funnel di marketing.
È un approccio volto a sensibilizzare gli utenti che appartengono a una determinata nicchia di mercato, indirizzandoli verso i propri contenuti e relativi prodotti e servizi.
L’obiettivo finale, che sta dietro le campagne di networking e sensibilizzazione dell’Outreach, è quindi un aumento del fatturato, attraverso il conseguimento di nuove collaborazioni.
C’è poi un effetto indiretto che deriva dall’adozione dell’Outreach Marketing: si lavora in maniera efficace sulla brand reputation, migliorando la percezione del marchio.
Le principali tecniche dell’Outreach Marketing
Esistono diverse tecniche di Outreach Marketing, a seconda della piattaforma che si utilizza. Parliamo infatti di una strategia di matrice multicanale. Ecco una panoramica delle soluzioni maggiormente adottate.
Conferimento di campioni omaggio
Questa pratica è di tipo tradizionale e risulta ancora attuale. Consiste nell’invio di prodotti omaggio ai potenziali clienti interessati, accompagnati da un contenuto di presentazione.
Invio di partecipazioni a eventi di networking
Gli eventi possono essere sia in presenza che online. Si tratta di un modo efficace per coinvolgere il target, rendendolo partecipe di meeting, conferenze, fiere, workshop, ecc.
Invio di e-mail personalizzate,
Questa tecnica è particolarmente delicata, dal momento che si rivela ancora più essenziale centrare il target di riferimento. Occorre contattare delle persone che risultano davvero potenzialmente interessate, stimolandole su un argomento comune o persino proponendo una presentazione del proprio business.
Invio di DM su LinkedIn
Una strategia spesso sottovalutata, ma particolarmente efficace, essendo LinkedIn un social dedicato al networking e al mondo del lavoro. I messaggi di Outreach permettono di presentarsi, farsi conoscere e avviare delle conversazioni di business.
Invio di messaggi su altri social
Non solo LinkedIn ma anche le altre piattaforme social si prestano per l’Outreach. È questo il caso di Facebook, Instagram e Pinterest, che danno modo di relazionarsi a tu per tu con gli utenti.
E persino di disinnescare dei pregiudizi o dei punti di vista negativi sul brand, qualora si manifestassero.
Soluzioni di Influencer Marketing
Non è detto che l’Outreach debba essere fatto dall’azienda in prima persona: è possibile optare per una collaborazione mediata e qualificata come quella conseguita da influencer e content creator. Questa opzione dà modo di acquisire dei lead qualificati, implementando la visibilità del brand.
È una forma di advertising vera e propria e va quindi gestita con oculatezza, selezionando con cura il target di riferimento e allo stesso tempo i creatori di contenuti con cui collaborare, che potranno essere sia di tipo micro che macro.
Soluzioni di Digital PR
Questo tipo di collaborazioni interessano i media e portano dunque alla creazione di una rete con chi lavora nella comunicazione, come blogger, giornalisti, addetti stampa, ecc.
Telefonate “calde”
L’Outreach non va confuso con il telemarketing tradizionale. In questo caso le chiamate non interessano delle liste generiche, ma specifiche, a persone che hanno mostrato interesse per il brand.
Perché l’Outreach funziona?
L’Outreach funziona perché ha come principio base di azione quello su dei contatti caldi, dando modo di generare lead qualificati, con cui permette di relazionarsi a tu per tu, costruendo delle relazioni proficue e persino di lungo periodo.
Inoltre, si tratta di una pratica percepita dagli utenti come poco invasiva, efficace per tutelare la reputazione del marchio, a cui conferisce credibilità.
Ci sono degli elementi a sfavore? Sì. L’Outreach comporta un investimento considerevole di tempo (che è una risorsa) e richiede costanza. Nelle formule di advertising come quelle che vedono il coinvolgimento degli influencer denota anche un costo in termini puramente economici.
Ne vale la pena? Sì, visto che i risultati ci sono, soprattutto per le PMI e nel mondo B2B. A patto però di creare una strategia mirata e studiata nei minimi dettagli, con il supporto di professionisti specializzati come quelli che si possono trovare in ALEIDE WEB AGENCY.
Alcuni accorgimenti efficaci per creare una campagna di Outreach di successo
Premesso che ogni tecnica presenta delle dinamiche a sé, esistono alcuni accorgimenti che risultano validi sempre nell’Outreach. Ecco di quali si tratta:
- analisi accurata del target a cui ci si rivolge: occorre centrare il bersaglio, e dunque entrare nel dettaglio quando si analizza il target;
- attenzione alla scelta del canale della comunicazione: ciò va fatto alla luce dell’obiettivo di marketing che si intende raggiungere, del tipo di mercato di riferimento, ecc.;
- attenzione al primo messaggio che si invia: è questo messaggio a poter aprire le porte della comunicazione. Deve essere chiaro, diretto, standardizzato (valido per tutte le persone del target e quindi replicabile). E deve avere una CTA e una domanda finale con cui stimolare la risposta;
- monitoraggio costante della campagna: occorre monitorare con accuratezza la campagna in ogni sua fase, personalizzandola sempre di più mano a mano che si procede nell’interazione con l’utente. Ciò porta ad approntare dei miglioramenti in corso d’opera, cosa indispensabile visto che l’outreach lavora sì sulla qualità, ma anche sulla quantità.
Nota finale: due case study di successo
Concludiamo riportando due storie di successo nell’Outreach Marketing.
La prima interessa Hotjar, realtà specializzata in servizi e consulenza IT che ad un certo punto ha avuto bisogno di catturare l’attenzione del suo pubblico target, dando vita a una comunicazione più originale ed empatica.
La campagna di Outreach ha visto il conseguimento di video realizzati dai dipendenti e inoltrati su LinkedIn. I risultati sono andati oltre le aspettative e dimostrano la validità di questa strategia di marketing nel mondo B2B.
Il secondo case che vi proponiamo vede al centro Glossier, noto brand statunitense del mondo beauty, particolarmente innovativo nella comunicazione.
La campagna Outreach in questo caso si è basata su delle collaborazioni con degli influencer, che hanno reso più virali i contenuti del brand.
Questi case study esprimono un approccio diverso all’Outreach marketing e risultano di successo proprio perché vedono alla base il conseguimento di una strategia mirata, personalizzata e originale.
L’Outreach, per esprimere il suo potenziale, non diversamente dalle altre soluzioni del marketing, deve perciò essere il connubio tra tecnica, pianificazione e creatività.