12.02.2024

Google Bard: di cosa si tratta e come usarlo al meglio

Google Bard è il nuovo assistente digitale di Google, un chatbot basato sull' AI di tipo generativo e sul modello linguistico LaMDA. Scopriamolo insieme.

Google Bard: di cosa si tratta e come usarlo al meglio

L’intelligenza artificiale è uno dei temi caldi del momento nel Digital Marketing e nei diversi settori dell’economia, sempre più impegnati a comprenderne potenzialità e utilizzi.

Un trend che ha registrato nuove frontiere in seguito all’exploit senza precedenti di ChatGPT, il programma al momento più conosciuto di AI.

La risposta dei Google non è tardata ad arrivare e si chiama Google Bard: l’assistente digitale del Gigante di Mountain View, al centro di innovazioni e sviluppi.

Parliamo di un chatbot che si basa su un'intelligenza artificiale di tipo generativo e su un modello di linguaggio avente grandi dimensioni, a fronte di una dinamica comunicativa prettamente conversazionale.

In questo articolo analizziamo cos’è, come funziona e come usarlo al meglio nell’ambito del marketing digitale.

Cos’è Google Bard e come funziona

Google Bard è, come abbiamo accennato poc’anzi, un chatbot che genera risposte sulla base del modello linguistico LaMDA, originariamente impostato sui dialoghi. Si tratta di una sorta di assistente virtuale che funziona attraverso un sistema di AI di alto profilo.

Sostanzialmente, una volta inserito un messaggio di testo all’interno della chat, Bard si attiva prontamente generando una risposta. Essa viene fornita a partire dai contenuti che si possono trovare su Google, secondo un linguaggio di tipo conversazionale e di facile comprensione.

L’accesso ai contenuti di Google è la differenza più importante che distingue Bard da ChatGPT e consente di accedere a informazioni aggiornate.

 

Bisogna tenere presente che Bard è un’evoluzione di LaMDA e si rivela in grado di conversare liberamente: non si limita soltanto a rispondere a una domanda.

 

Attualmente Google sta investendo su un modello linguistico di ultima generazione il cui nome è PaLM2, nell’intento di dotare il suo assistente virtuale di più sviluppate capacità sia per il ragionamento che la codifica di stampo multilanguage.

 

Inoltre, è in previsione di ampliare la funzione chatbot tramite un elemento visivo di dialogo, qualcosa da sviluppare sia nella fase di richiesta che di risposta.

Le origini del nome “Bard”

Ma come mai si chiama proprio Bard, l’assistente virtuale di Google? Il nome ha un rimando di tipo letterario e culturale che si perde nell’epica dell’antichità.

 

Bard sta infatti per bardo, parola di origine celtica per la quale riportiamo le due definizioni che ne propone il Vocabolario Treccani:

 

“1. Nome che designa gli antichi poeti cantori dei popoli celti, simili agli aedi dei Greci; scomparsi dalla Gallia dopo la conquista romana, sopravvissero fino al sec. 17° nell’Irlanda, e fino al 18° nella Scozia e nel Galles; cantavano soprattutto poesie celebrative o elogiative, accompagnandosi con uno strumento simile alla lira, detto crotta. 2. estens. Poeta, cantore in genere: il b. della democrazia, fu così chiamato lo scrittore e uomo politico Felice Cavallotti (1842-1898)”.

 

Bard va quindi inteso come un inventore di storie e al contempo una sorta di divulgatore di conoscenza, come lui stesso si definisce. Il riferimento, tuttavia, è a uno dei poeti per eccellenza e nello specifico al Bardo di Avon: è un omaggio nientemeno che a William Shakespeare.

Cosa è possibile fare con Google Bard

Una precisazione è a questo punto doveroso fare e vale tanto per Google Bard che per Chat GPT. In entrambi i casi siamo soltanto agli albori di questa nuova tecnologia così interessante, ancora perfettibile e migliorabile.

Pertanto, è bene ricordarsi che si tratta di un mezzo: un po’ come la penna rispetto al foglio, potremmo dire. Non si sostituisce, quindi, a una mente pensante e scrivente.

Per cosa utilizzare allora l’assistente virtuale di Google? Può essere adoperato come supporto per la creazione e traduzione di testi, per la scrittura dei documenti, dalle e-mail ai post social.

Inoltre, è molto utile quando ci si trova a fare brainstorming o per avere un primo abbozzo in diverse pratiche SEO: dall’elaborazione  dello snippet alla keyword research. Ecco alcune cose che si possono fare con Bard:

  • È utile per ricevere informazioni su qualunque approfondimento. Attenzione solo a verificarne la veridicità perché, come non ci stancheremo mai di ripetere, la tecnologia non è pienamente affidabile, allo stato attuale.
  • Può essere usato per rielaborare dei contatti e crearne nuove definizioni.
  • Si presta per fare delle sintesi di testi che sono più lunghi di quanto serva.
  • Riesce a riscrivere dei contenuti. Da verificare, tuttavia, la correttezza sintattica e grammaticale delle frasi.
  • È in grado di convertire in tabelle delle semplici liste.
  • Ancora non funziona come correttore di bozze, ma riesce a offrire dei suggerimenti con cui migliorare i testi.
  • Può essere impiegato in ambito pubblicitario, per la redazione degli slogan ad esempio.

La scrittura non è quindi il solo modo con cui è possibile utilizzare Google Bard: è un software valido anche in una prima fase di analisi o di stampo esplorativo. Le potenzialità sono perciò a più livelli, in ambito SEO, per il copywriting ma non solo.

Come utilizzare Google Bard

Nel momento in cui si arriva sulla home page di Google Bard appare una schermata in cui c’è una parte dedicata alle domande digitate, una relativa alle cose che è possibile fare e, bene in evidenza, si trova il prompt dedicato ai comandi.

Si possono fornire le istruzioni a Bard sia tramite visual che microfono, tramite indicazioni vocali quindi.

Una volta digitata, la domanda viene riportata sulla sidebar posta in laterale: basta cliccare sui tre punti posti in verticale per rinominare o eliminare il lavoro. In questo modo si ha tutto bene in evidenza.

Una volta ottenuto il risultato è possibile esportarlo o su Gmail oppure su Google Docs o ancora lo si può condividere come link pubblico così da ottenere una URL che riporta la conversazione all’interno di Bard: una misura che è possibile attuare nel pieno rispetto della privacy.

Come scrivere il prompt su Bard

La cosa più complessa (e la più importante, risiede nella compilazione del proprio del prompt. Ecco alcuni consigli utili a proposito:

  • Il linguaggio è necessario che sia breve e chiaro, come se ci si rivolgesse a qualcuno che non sa niente dell’argomento oggetto di richiesta.
  • Il tone of voice dovrà apparire breve e professionale, il più possibile informale.
  • Meglio poche parole ma chiare. Da evitare espressioni dialettali, incisi e persino intercalare.
  • La richiesta deve essere il più possibile precisa e circoscritta a un argomento. Bisogna delimitare il contesto in maniera ben definita.
  • Fornire dettagli sul testo che si vuole ottenere: ad esempio il numero di parole, il tipo di formattazione e via dicendo.
  • Se le cose da domandare sono più d'una, bisogna suddividere la richiesta in più parti.

Conclusioni

Come tutte le tecnologie in fase di definizione, anche Google Bard ha dei limiti, motivo per cui va utilizzato con attenzione. È infatti facile che le informazioni fornite presentino inesattezze o imprecisioni di vario genere: di natura grammaticale ma non solo.

È essenziale tenere presente che si tratta di un mezzo, di una macchina, non di una persona pensante, come potrebbe venire naturale percepire. Quest’ultimo è un aspetto che è stato sviluppato per consentire un modo di interfacciarsi più positivo ed efficace.